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Fondo caregiver: cos’è e chi sono i caregiver familiari

Fondo caregiver

Un gesto d’amore. Queste poche parole potrebbero spiegare meglio di qualsiasi comma cosa significa essere un “Caregiver familiare”. È un atto di estremo altruismo, quello che gli antichi chiamava “agàpe”, amore smisurato.

Oggi, con la Legge di Bilancio 2021 e con una dotazione di 30 milioni di euro all’anno per il triennio 2021-23, viene nuovamente istituito un fondo per il riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale svolta dai caregiver familiari.

Si tratta di una retribuzione del lavoro domestico inquadrato in un sistema di agevolazioni fiscali che renderà possibile la deduzione integrale delle spese sostenute per il lavoro di cura.

Caregiver familiari: chi sono

Con il termine Caregiver familiare si intende un soggetto che assiste, quotidianamente e gratuitamente, un proprio parente di primo grado non autosufficiente fisicamente e/o mentalmente.

In base al comma 255 dell’Art. 1 della Legge n. 205 del 30 dicembre 2017 “si definisce caregiver familiare la persona che assiste e si prende cura del coniuge, dell'altra parte dell'unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto ai sensi della legge 20 maggio 2016, n. 76, di un familiare o di un affine entro il secondo grado, ovvero, nei soli casi indicati dall'articolo 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, di un familiare entro il terzo grado che, a causa di malattia, infermità' o disabilità, anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé', sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, o sia titolare di indennità di accompagnamento ai sensi della legge 11 febbraio 1980, n. 18”.

In base a ciò che abbiamo letto, affinché una persona possa definirsi “caregiver” deve avere un legame con la persona assistita e a quest’ultima deve essere riconosciuta una “disabilità grave” o l’indennità di accompagnamento.

Quindi, possono considerarsi Caregiver coloro che sono più prossimi alla persona – il coniuge, il convivente di fatto, chi ha un’unione civile con la persona assistita o un suo parente o affine di secondo grado – mentre i parenti del terzo grado potranno considerarsi Caregiver familiare solo quando i genitori o il coniuge della persona assistita abbiano compiuto i sessantacinque anni di età oppure abbiano anch’essi patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.

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Fondo caregiver: prima assegnazione fondi 2018

Il Fondo per il Caregiver familiare non è però una novità del 2021. È stato istituito per la prima volta con la Legge di Bilancio 2018. Tuttavia i caregiver italiani (secondo l’Istat si tratta di circa 7 milioni di persone in Italia) sono ancora in attesa dell’assegnazione dei fondi del triennio 2018-2020, pari a circa 68 milioni di euro.

«Si tratta di un ritardo enorme – specifica Ilaria Vacca, giornalista dello Sportello Legale “Dalla parte dei rari” dell’Omar – soprattutto se si considera che quasi tutti i caregiver devono dare fondo alle risorse personali o abbandonare il lavoro per assistere il loro familiari. Riceviamo in continuazione richieste di aiuto da parte di famiglie allo stremo».

Recentemente, nella Gazzetta Ufficiale del 22 gennaio 2021, è stato pubblicato il decreto del 27 ottobre 2020, firmato dal Ministro per le pari opportunità e la famiglia di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, contenente i “Criteri e modalità di utilizzo delle risorse del Fondo per il sostegno del ruolo di cura e assistenza del caregiver familiare per gli anni 2018-2019-2020”.

Con tale provvedimento si inizieranno (finalmente!) ad utilizzare le risorse del Fondo – indirizzate alle Regioni – per interventi di sostegno destinati ai caregiver familiari, secondo le seguenti priorità:

  • ai caregiver di persone in condizione di disabilità gravissima (ivi inclusi quelli a sostegno delle persone affette da SLA), così come definita dall'art. 3 del decreto 26 settembre 2016;
  • ai caregiver di coloro che non hanno avuto accesso alle strutture residenziali a causa delle disposizioni normative emergenziali, comprovata da idonea documentazione;
  • a programmi di accompagnamento finalizzati alla deistituzionalizzazione e al ricongiungimento del caregiver con la persona assistita.

Naturalmente, per avere un oggettivo riscontro e capire quale possa essere la concreta ricaduta sui destinatari si dovranno attendere i singoli provvedimenti emanati dalle Regioni.

L’emergenza sanitaria ha peggiorato la situazione, soprattutto per gli anziani, e infatti si legge nel preambolo del decreto: “la situazione di profondo disagio sociale ed economico che si è verificata nel corso della fase più acuta dell'emergenza epidemiologica da COVID-19 e che continuerà a produrre effetti anche nelle fasi successive, nonché le evidenti ripercussioni di natura socioeconomica che colpiscono, principalmente, i soggetti in situazione di particolare fragilità, rendono prioritario e necessario intervenire a sostegno, nell'immediato, della figura del caregiver familiare, così come individuata dall'art. 1, comma 255, della legge 30 dicembre 2017, n. 205, mediante l'utilizzo del Fondo istituito dall’art. 1, comma 254, della legge 30 dicembre 2017, n. 205, per interventi di carattere sperimentale anche tenuto conto della contingente situazione emergenziale”.

Legge di Bilancio 2021: Fondo per i Caregiver Familiari

Con la Legge di Bilancio 2021 il Governo ha cercato, con misure di piccola e media portata, di aiutare gli italiani alle prese con la crisi dovuta al protrarsi dell’emergenza Covid-19 e le incertezze economiche legate alla pandemia.

Tra queste, è stato disposto un nuovo finanziamento di 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023, per un totale di 90 milioni di euro nel prossimo triennio (Art. 1 comma 334).

Tale Fondo è destinato alla copertura finanziaria di interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell'attività di cura non professionale del Caregiver familiare e non per singoli interventi. Ciò significherà portare presto in porto una apposita legge che collochi la figura del Caregiver all’interno della rete integrata di servizi, riconoscendone ruolo, funzioni, sostegni e coperture previdenziali. Da parte nostra, ci auguriamo che succeda presto.

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